Visitare le Cinque Terre: qualche info utile per godersi gli splendidi paesaggi RISPARMIANDO!

La bellezza di questa zona della Liguria è nota in tutto il mondo, così come i prezzi di tutti i suoi servizi… e questo è forse il principale motivo che, per tanti anni, ci ha tenuto lontani dalle Cinque Terre.
La realtà è che, con qualche accortezza, anche qui si possono trascorrere splendidi momenti senza spendere una fortuna. Valgono sempre i soliti consigli: non farsi “infinocchiare” dai ristoranti per turisti dove si mangia male e si spende tanto e, se siete in auto, cercare un alloggio per la notte un po’ fuori dal centro in modo da risparmiare ed allo stesso tempo esser sicuri di trovare un posto auto tranquillo e comodo per scaricare i bagagli (e in Liguria il tema parcheggio è davvero un tasto dolente!). Qui di seguito vi raccontiamo la nostra esperienza in questo piccolo angolo di paradiso…

Vernazza

Una rapida occhiata al meteo, il tempo di preparare gli zaini e siamo partiti alla scoperta di questo fantastico territorio; partendo da Milano, abbiamo raggiunto la zona in auto imboccando l’autostrada della Cisa per raggiungere la Liguria dal versante di La Spezia, il che si è rivelato, a conti fatti, una pessima scelta! Il tempo di percorrenza, infatti, è circa lo stesso che dalla Serravalle (che abbiamo preferito per il rientro), con la sola differenza che il pedaggio ammonta a quasi il doppio!
Il resto degli spostamenti ovviamente sono stati fatti con il mezzo più economico e green al mondo: i nostri piedi…che poi ritengo sia in assoluto il modo migliore per godersi fino in fondo i paesaggi mozzafiato che offre questa zona.
L’ultimo weekend di marzo, inoltre, ha deciso di regalarci un piccolo assaggio di estate – al punto da rimpiangere di non aver portato il costume! – permettendoci di risparmiare il biglietto di ingresso al parco, del costo di € 7,50, normalmente richiesto per poter percorrere i sentieri durante il periodo primavera/estate (credo che le biglietterie possano aver riaperto per il periodo delle vacanze pasquali).
Quindi, zaino in spalla e via: la prima tappa è stata Monterosso, in realtà, per un caso totalmente fortuito, questa scelta si è poi rivelata essere l’unica soluzione per poter percorrere il tratto più lungo dei sentieri ancora agibili; se avessimo deciso infatti di partire da Riomaggiore avremmo, purtroppo, visto rovinarsi tutto il nostro programma, in quanto da lì non sarebbe stato possibile raggiungere a piedi nessuno degli altri paesi.

Monterosso

Ma torniamo a Monterosso…Come ben saprete, tutti i cinque borghi si trovano incastonati in una costa rocciosa spesso alta e a picco sul mare e, per raggiungerli (oltre alla ferrovia e al mare), esiste un’unica strada di accesso per ciascuno di essi.
Vi lascio immaginare il traffico che si può formare nei periodi di maggiore afflusso, ma soprattutto il costo di quei rari (più unici a dir la verità ) parcheggi che si trovano avvicinandosi ai centri abitati.
Abbiamo quindi optato per il primo parcheggio gratuito ad una distanza che definirei di “riscaldamento” prima di iniziare la nostra vera e propria camminata che, da Monterosso, ci avrebbe portato alla tappa successiva.
Prima di imboccare il sentiero è stato impossibile evitare di perderci tra i vicoli di questo borgo e scattare qualche foto agli angoli più suggestivi, per poi ammirare la spiaggia ancora deserta davanti al paese, rimanendo rapiti dalla limpidezza del mare .

Da qui abbiamo imboccato il sentiero per Vernazza (3230 m di lunghezza), costituito, come gran parte di questi sentieri, da infinite scale (ogni volta che pensi di aver raggiunto il punto più alto, giri l’angolo e…altre scale!) ma la splendida vista sul panorama è pronta a ripagare ogni fatica, soprattutto con l’avvicinarsi del borgo di Vernazza, particolarmente fotogenico da qualsiasi punto di inquadratura.
Ed eccoci giunti all’ora di pranzo, quale posto migliore per fare una sosta se non seduti sugli scogli su un lato del porticciolo con i piedi a mollo nell’acqua? ed è qui che abbiamo consumato il nostro pranzo al sacco prima di riprendere il sentiero che in 2.800 metri ci avrebbe portato a Corniglia.
Poche centinaia di metri dopo l’avvio della salita, ci siamo trovati davanti un cartello che segnalava l’interruzione del sentiero; tuttavia dalla direzione opposta arrivavano altri escursionisti che ci hanno poi confermato l’agibilità dello stesso fino a Corniglia.
Così, dopo aver scattato qualche foto a Vernazza da questa nuova prospettiva, abbiamo ripreso il cammino.

Vernazza

Arrivati a Corniglia, l’unico borgo non al livello del mare, ci siamo goduti una piacevole passeggiata all’aria fresca dei suoi vicoli, approfittandone per riempire le borracce prima di ripartire alla volta di Manarola.
Una decina di minuti dopo aver superato la stazione, ci siamo però trovati davanti alla famosa interruzione.
Dopo una breve ricerca su internet, pensavamo di aver trovato una soluzione che potesse permetterci di superare l’interruzione intercettando il sentiero più avanti, ma dopo oltre mezz’ora di camminata passata ad arrancare tra i grossi e scomodi ciottoli della spiaggia, un solitario bagnante ci ha informato che ormai da molti anni non è più possibile raggiungere Manarola da Corniglia e che l’unico collegamento tra i due paesi, oltre alla strada percorribile in auto, è ora rappresentato dalla cara e vecchia ferrovia. Abbiamo deciso a questo punto di rimandare la visita al giorno successivo e di prendere il treno per tornare a Monterosso, dove ci aspettava un’altra bella mezz’ora di camminata in salita per raggiungere la nostra auto.
Il prezzo del biglietto del treno è fisso a € 4,00 per singola tratta, ma esiste anche un biglietto giornaliero che per € 16 permette di salire e scendere in ogni paese per tutto il giorno (nel periodo estivo esiste anche un biglietto unico del parco che comprende sia il trasporto in treno che l’accesso ai sentieri a piedi).
A tal proposito, per chi arriva in treno (ma anche in macchina) ci hanno consigliato di alloggiare La Spezia che, con il biglietto giornaliero, si rivela un ottima base per visitare le Cinque Terre senza utilizzare l’auto.
Noi abbiamo alloggiato in un B&B molto tranquillo a Riccó del Golfo, dove ci hanno consigliato alcuni ristoranti per andare a mangiare in zona, frequentati soprattutto da vicini spezzini.
Specialità da provare: i panigacci! Una sorta di pane cotto nel forno a legna da gustare con ogni tipo di salume.
Il giorno dopo, vista l’interruzione del sentiero, abbiamo provato a riprendere il nostro giro da Riomaggiore: anche qui la decisione è stata quella di lasciare l’auto in un parcheggio gratuito in cima alla costa, per raggiungere in una decina di minuti il paese percorrendo un ripido e suggestivo sentiero tra i vigneti.
Era la mia prima volta a Riomaggiore e la prima immagine che mi è tornata in mente è stata una di quelle viste nei telegiornali a seguito dell’alluvione che colpì le cinque Terre nel 2011.
Ho davanti a me quell’immagine vivida del fiume di fango che scendeva per la strada principale, incanalandosi nel porticciolo per poi inondare il mare…ora è tutto diverso, colorato e con il sole..ma deve essere stato terribile!
La cosa che adesso colpisce di più è il rosso di quella casa nell’angolo a sinistra, ogni colore sembra studiato appositamente da un pittore per realizzare uno stupendo quadro.. perché, diciamoci la verità, se la casa fosse stata azzurra non avrebbe avuto sicuramente lo stesso impatto visivo.

Riomaggiore

Alla ricerca della migliore inquadratura, ci siamo spinti tra i grossi massi che fungono da frangiflutti davanti al porticciolo; l’impresa è stata ardua, non so se per le scarpe o perché temevo per il mio zaino e la macchina fotografica, ma gli scogli erano davvero scivolosi e la gente che cadeva davanti a noi non mi invitava certo a tentare un agile salto per raggiungere il successivo.
Superata indenni la barriera, ci siamo potuti godere un po’ della vista da questa inedita prospettiva, su quegli scogli raggiunti da “pochi” eletti, prima di ritrovare coraggio (e equilibrio) e tornare su terreni più stabili.
Ormai consapevoli che anche il sentiero per Manarola è interrotto da anni, abbiamo optato per provare a raggiungerla via mare in battello (€ 8,00 a/r), per poi scoprire con molta delusione che nemmeno questa via era percorribile in quanto pare che, al momento della nostra visita, non fosse agibile nemmeno il molo…
In un ultimo disperato tentativo di non lasciare incompiuta la nostra visita, ormai ribattezzata le “quattro terre”, abbiamo cercato di raggiungere il paese in auto, ma ormai a mezzogiorno, di domenica, di una bellissima giornata primaverile un po’ calda per essere solo fine marzo, è stato impossibile trovare un parcheggio anche a pagamento…L’unica soluzione rimasta era dunque il treno, ma ci è sembrato un po’ inutile e sprecato raggiungere una stazione più lontana per poi dover prendere un treno per tornare indietro.
Così abbiamo lasciato qualcosa in sospeso anche qui, con la promessa di tornare, magari quando si saranno decisi a rimettere in sesto i sentieri, che sono, a mio avviso, una fondamentale risorsa in un paradiso naturale che ospita ogni anno migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo.


Nel frattempo possiamo colmare questo “vuoto” raccontandovi della vicina Portovenere che abbiamo visitato qualche tempo fa in un modo un po’ diverso…