Una passeggiata dopo il tramonto per le vie della Grande Île vale da sola il viaggio fino a Strasburgo.
Quando la città si illumina delle luci della sera assume un aspetto magico e ciò che di giorno non sembrava quasi degno di nota improvvisamente diventa un soggetto perfetto per una bellissima foto.
Fortunatamente l’ottima posizione dell’appartamento che abbiamo affittato e le piacevoli temperature primaverili ci hanno permesso di fare delle rilassanti camminate senza dover utilizzare la macchina.
Il consiglio è quello di girare senza meta alla scoperta di ogni angolo nascosto, fermarsi a mangiare qualcosa di tipico seduti ad uno dei numerosi tavolini all’aperto e guardare la gente.
Mi piace molto guardare le persone quando sono in giro e cercare di capire già da lontano da dove provengano.
Siamo tutti molto riconoscibili dai tratti somatici al modo di vestire, di muoversi, di gesticolare…ma soprattutto si riconosce il viaggiatore: è colui che si avvicina a te, senza problemi, anche se parla solo turco o cinese, anche se normalmente non vi capireste mai, e che a gesti ti chiede “tu che sei italiano (perché si vede, sempre e da lontano), come hai fatto a noleggiare la bicicletta?”, è quello con la fotocamera a cui ti avvicini come se lo conoscessi da sempre dicendo “ehi bella inquadratura, posso mettermi qui con te?” mentre ti piazzi con il tuo cavalletto per una buona mezz’ora a fotografare con lui le splendide luci colorate dei Ponts Couverts e del Barrage Vauban riflesse sull’acqua, in assoluto la zona più spettacolare alle luci della sera.
Bellissima è anche la sensazione che si prova passeggiando per i vicoli ed i ponti che attraversano i canali della vicina Petite France che, la sera tardi, si libera finalmente dai turisti che l’hanno affollata per tutto il giorno, diventando silenziosa e pacifica, e nella tiepida brezza che la attraversa si possono sentire tutti i profumi della primavera.
La piazza della cattedrale, poi, che per me è stata qualcosa di ipnotico, forse la sera diventa ancora più bella…tanto bella da non voler rientrare per andare a dormire, finché qualcuno non mi ha fatto carinamente notare che era ora di andare e che l’indomani avremmo dovuto alzarci presto e fare altri chilometri alla scoperta di questa fiabesca regione.