Road to Norway – Pronti partenza e…..STOP

Diciamo che questo viaggio non sta partendo con il piede giusto… oggi abbiamo avuto conferma che uno degli stati che andremo ad attraversare, la Germania, ha inasprito le misure che regolamentano l’ingresso nel paese costringendo, almeno uno di noi, al famoso tampone pre-partenza che avevamo, in tutti i modi, provato ad evitare…

Altra bella, quanto inaspettata sorpresa, è emersa questa sera durante un ultima ispezione al Van che ha evidenziato un piccolo problema allo scarico che potrebbe causarci qualche problemino durante il viaggio…di per se, non sarebbe nulla di grave, tuttavia essendo così a ridosso della partenza non ci sarà modo di sistemarlo definitivamente, tale per cui dovremo ricorrere necessariamente a qualche soluzione di emergenza sperando che regga per tutto il viaggio 🤞🏻…sostanzialmente abbiamo perso la marmitta 😅 causa dissaldamento del silenziatore dalla sezione di scarico principale…domani ci armeremo di carta vetrata, stucco per metalli ed una buona dose del caro vecchio filo di ferro sperando di riuscire a tamponare la situazione al meglio delle nostre possibilità #staytuned

Road to Norway – 21/07 -2 settimane alla partenza

Proseguono più o meno spediti i preparativi per il viaggio, le tappe principali sono grosso modo definite ed il tour pianificato per circa il 60% del totale. Abbiamo ancora molta incertezza sul rischio COVID-19 quindi per ora, prudenzialmente, nessuna prenotazione di traghetti. Vanni sembra in forma 🤞🏻tra poco cambio olio e ultimi check pre partenza…vi lascio sotto una bozza della pianificazione di massima…fateci ovviamente sapere, per chi avesse avuto la fortuna di visitare in passato la Norvegia meridionale se ci sono posti imperdibili da includere assolutamente nella visita… ce la faranno i nostri eroi? #TeamGaia

Grossomodo il giro sino ad ora pianificato

Road to Norway – aspettando il Viaggio

Un po’ di numeri a caso…

La nostra casa per le due settimane di viaggio sarà il nostro intramontabile Volkswagen T4 California del ‘92, versione 2.4 Diesel, affettuosamente rinominato Vanni, che a dispetto dei suoi quasi 30 anni e delle dimensioni contenute, offre un discreto spazio interno, quattro comodi posti letto, due fuochi ad alcool, una buona riserva di acqua dolce, doccetta (esterna) ed un frigorifero da 40lt efficiente e spazioso (che il sottoscritto mira a riempire di salmone il prima possibile 😉)

Vanni durante una delle ultime gite ai piedi delle Dolomiti

Nel corso degli ultimi anni abbiamo avuto modo di apprezzare le qualità di un mezzo così versatile; non è tutto rose e fiori, intendiamoci, qui si deve rinunciare ad avere tutte le comodità già pronte come un letto sempre fatto, uno spazio dove poter stare sempre in piedi o il wc fisso con un suo spazio dedicato, ma a fronte di piccoli sacrifici un mezzo del genere consente di infilarsi praticamente dappertutto, prendere le mulattiere più strette e, cosa ben più importante per noi, viaggiare su praticamente tutte le strade vietate a mezzi più “ingombranti” ..tra cui ovviamente figurano l’ 80% delle strade panoramiche di mezza Europa.. #staytuned #roadtonorway2021

Road to Norway – diario del primo viaggio in 3

Ed eccoci qua…a pensarci, solo qualche mese fa, questo viaggio sembrava praticamente impossibile per diversi fattori:

in primis quella polpetta che da ormai 5 mesi ci ha stravolto la vita…viaggiare con un neonato è infinitamente più impegnativo che viaggiare in due, cambia praticamente tutto, spazi, ritmi, tappe, esigenze, ma soprattuto i tempi di viaggio che si accorciano drasticamente e che bisogna considerare in fase di pianificazione assieme a quei 1101 altri inconvenienti che provi a mettere in conto e che puntualmente si riveleranno errati 😅

Altro aspetto critico in fase di pianificazione si è rivelato essere quello di viaggiare durante questa terribile pandemia, se da un lato l’Europa ha provato a regolamentare l’aspetto viaggi mediante l’oramai celeberrimo Green Pass, dall’altro gli stati Europei si sono mossi in maniera disunita e a macchia di leopardo, tradotto, questo, pianificando un viaggio on the road che attraversa ben 6 stati, porta ad affrontare un numero indeterminato di variabili e regolamenti locali, spesso in lingua, e soggetti ad una estrema variabilità a fronte del mutevole andamento dei contagi;

In ultimo il territorio Norvegese, se provate anche solo a zoomare da Google Maps, vi si presenterà una costa frastagliata con un enorme distesa di isolette, praticamente priva di strade principali..le poche presenti sono poi interrotte da un numero imprecisato di traghetti necessari per aggirare fiordi chilometrici

Ma ora finisco di annoiarvi con le nostre piccole sfide logistiche, l’intenzione di questo spazio sarà quella di tenere un diario di Viaggio (il nostro primo in digitale) per condividere con tutti voi le emozioni di un viaggio on the road verso uno dei paesi più scenografici d’ Europa e perché no, le piccole grandi sfide, di un viaggio di oltre 8000 km con una polpettina di neanche 6 mesi..sto scrivendo queste righe comodamente dal divano di casa di quello che sarà, speriamo, il nostro ultimo weekend a casa #staytuned

Autunno: tempo di Oktoberfest!

Proprio in questi giorni a Monaco di Baviera si è conclusa una festa tradizionale conosciuta in tutto il mondo: l’Oktoberfest!

Forse non lo sapevate ma, contrariamente a quanto può far pensare il suo nome, “la festa di Ottobre” inizia a settembre per finire il primo weekend di ottobre.
È una tradizione che inizialmente non aveva nulla a che fare con la birra, ma era nata nel 1810 per festeggiare le nozze tra il principe Ludwig e la principessa Teresa di Sassonia (non a caso l’area dove si svolge la festa si chiama tutt’oggi Theresienwiese).

Negli anni successivi si continuò a celebrare l’anniversario delle nozze, ma solo dopo alcuni decenni i maggiori produttori locali decisero di montare i propri tendoni nel grande prato (Wiese) riservato per l’occasione, servendo la cosiddetta märzen: una birra che, come dice il nome, viene prodotta nel mese di marzo,  più forte e ambrata delle classiche lager per essere in grado di resistere ai mesi estivi.
Da allora il protagonista indiscusso dell’Oktoberfest è il Maß, il classico boccale di birra da un litro. Qui si ordina un litro alla volta e le famose cameriere vestite in abiti tipici bavaresi sono in grado di portare anche dieci boccali insieme (anche se non sono sempre così giovani e avvenenti come vi vogliono far pensare!).

Noi, che oltre ad amare il vagabondaggio in auto per l’Europa, amiamo molto questi eventi tradizionali e festaioli (non è necessariamente un discorso legato alla birra), quest’anno ci siamo andati per il weekend di apertura tornandoci per la nostra terza volta. La prima volta è stata nel 2011, anno in cui ho comprato il mio amato cappello che indosso ad ogni edizione perché, diciamoci la verità, dopo il primo litro di birra non nota più nessuno la scritta “Oktoberfest 2011”,  anzi la gente continua comunque a fermarmi per chiedermi dove l’ho comprato.

Allora eravamo un gruppo di sei amici che volevano andare in Germania con l’idea di dormire su un furgone, ma che, dopo un misunderstanding con l’agenzia di noleggio, furono costretti a partire con due macchine e dormire in un parcheggio a pagamento.
Nel 2017 con gli stessi amici riuscimmo ad organizzarci un po’ meglio noleggiando un camper, ma scoprii molto presto di soffrire terribilmente il viaggio su questo mezzo, che si rivelò un vero e proprio incubo (oltre al fatto che tra noleggio e carburante i costi non furono poi così convenienti).

L’Oktoberfest 2018 invece è stata una vera sorpresa!
Innanzitutto non eravamo organizzati, mi era balenata l’idea all’inizio di settembre, ma poi l’avevo abbandonata perché avevo paura fosse troppo tardi per proporlo.
Poi la settimana prima ecco arrivare la proposta di alcuni amici, tempo di organizzarsi, tempo di capire chi sarebbe venuto, chi non sarebbe più venuto e da sette siamo rimasti in tre (e adesso che mi avete illuso, mi ci portate!).
Il sabato mattina all’alba siamo partiti da casa, abbiamo prenotato un piazzola in uno dei numerosi camping/area camper che aprono appositamente in questo periodo offrendo la soluzione più economica per visitare Monaco durante l’Oktoberfest, abbiamo buttato tenda e sacchi a pelo in macchina e abbiamo speso poco più di 15€ a testa per la notte.
Non siamo purtroppo riusciti ad arrivare in tempo per la tradizionale apertura, quando il sindaco alle ore 12 in punto “stappa” il primo barile dando inizio ufficialmente alla festa, ma in ogni caso non credo saremmo riusciti a vederlo data la ressa di gente presente il primo giorno.

Alla mia terza volta qui non ho ancora imparato nulla: non esiste speranza nei weekend di riuscire ad entrare negli stand!
Siamo riusciti solo una volta, entrando la mattina presto, ma comunque non è stato possibile sedersi in quanto i posti erano stati tutti precedentemente prenotati: così anche quest’anno abbiamo fatto due inutili ore di fila nella speranza di un posticino (senza successo ovviamente), guardando entrare solo gente che si faceva largo tra la folla tenendo ben in vista il braccialetto rosso legato al polso che indicava l’ingresso riservato.

Il consiglio quindi lo scrivo qui, così magari la prossima volta, rileggendolo, me ne ricorderò: bisogna dirigersi immediatamente ai tavoli all’aperto dei singoli birrifici, trovare un posticino a sedere, fare amicizia e ordinare da bere.
Sì perché, nonostante sia un luogo di “perdizione”, dove il 101% delle persone presenti ha ben più di un litro di birra in corpo, la sicurezza è la tipica degli standard tedeschi: controlli all’ingresso dell’area, controlli all’ingresso di ogni singolo birrificio, la birra non viene servita se non si è seduti ad un tavolo e non si può circolare all’esterno con i boccali in mano (anche perché una volta finito il contenuto devono essere restituiti ).

E così bisogna farsi un po’ di coraggio, lasciare da parte inutili timidezze, avvicinarsi ad un tavolo e chiedere se si possono stringere un po’.
Ovviamente essendo solo in tre questa operazione è risultata molto semplice, ma con un gruppo numeroso le cose si complicano e potrebbe essere necessario aspettare parecchio.
Il vantaggio di essere in pochi comunque non è solo questo, il gruppo numeroso spesso tende a “fare gruppo” perdendo grandi occasioni per interagire con altre persone.

All’inizio di questo post ho scritto che il nostro entusiasmo per questa festa non è necessariamente legato alla birra, ed è vero! La cosa migliore dell’Oktoberfest è fare amicizia, conoscere persone di diverse culture (è frequentato da gente proveniente da tutto il mondo), è provare ad esprimersi lasciando da parte la timidezza (in questo l’effetto della birra da il suo prezioso contributo).
È bello sapere cosa conoscono di noi dall’altra parte del mondo e cosa ne pensano: una ragazza di Tokio ci ha raccontato di essere rimasta affascinata dalla sua prima volta in Italia, una brasiliana ha accusato la nostra cucina di essere la causa del suo sovrappeso, abbiamo implorato dei tedeschi di mettere gli spaghetti nella pentola solo dopo aver portato l’acqua ad ebollizione (vi prego!)…una ragazza australiana mi ha dato il suo contatto dicendomi di chiamarla se volessi organizzare un viaggio da quelle parti…abbiamo cantato, ballato in piedi sulle panche con gente appena conosciuta..un giovane tedesco ha dedicato al cugino di Claudio una splendida esibizione di Ti Amo di Umberto Tozzi…e poi gli italiani: quando ci incontriamo all’estero sembra sempre di incontrare vecchi amici che non si vedono da una vita!

Tutto questo è l’Oktoberfest: gente di culture e lingue diverse che condivide dei momenti di allegria per fuggire un po’ da quello stress quotidiano che ci accomuna tutti quanti.
E quando a mezzanotte la festa finisce, torni in campeggio nella tua tenda, ti sistemi in un caldo sacco a pelo e inizia a piovere…e sai che non riuscirai a rimandare il bagno per molto…allora  lì (e solo lì) rimpiangi di avere bevuto quella birra in più!